La cerimonia del set

Che si tratti di un video corporate o di una produzione hollywoodiana, qualsiasi tipo di set durante le riprese si trasforma in un luogo sacro, all’interno del quale ognuno ha un ruolo specifico e vi sono delle regole imprescindibili.

Per ciascun take- ossia il momento in cui la videocamera inizia a registrare- esistono una serie di comandi che hanno la capacità di far ammutolire chiunque si trovi sul set. Non si tratta di messaggi tanto gravi da intimidire gli addetti ai lavori ma sono un chiaro segnale che da quel momento in avanti le persone autorizzate ad intervenire si contano sulle dita di una mano.

CAPIAMO PERCHÉ

Quali sono questi comandi comandi fondamentali?
Il primo, che apre le danze, arriva dal regista (o da un suo assistente) che urla “Motore!”. Questo segnale indica al fonico e all’operatore video che è il momento di premere il pulsante REC. Questi daranno conferma rispondendo reciprocamente “Audio partito!” e “Video partito”.

A questo punto entra in scena il ciak: la persona deputata a questo compito espone il ciak di fronte alla videocamera, legge il numero di scena, del take e batte l’asticella contro la tavoletta. Compiute queste azioni si defila il più velocemente possibile. A questo punto il regista, assicuratosi che tutti si trovino al posto giusto, grida “Azione!”.

Durante la registrazione del take tutta la troupe osserva un religioso silenzio che verrà fermato soltanto dal comando “Stop!”.

Lo “stop” viene solitamente invocato dal regista nel momento in cui ritiene che il take sia terminato e che la registrazione possa essere fermata. Fino a quell’attimo, qualsiasi cosa accada, la ripresa prosegue. Alcune scene storiche e fondamentali del cinema sono infatti il frutto di improvvisazione o eventi fortuiti sfruttati dagli attori e, senza l’osservanza della sacra cerimonia del set, sarebbero potute essere compromesse da tecnici e maestranze troppo zelanti.  

Ci sono delle eccezioni? Certamente: il fonico è una delle poche persone che può “chiamare lo stop”, qualora ci fossero dei problemi tecnici relativi alla registrazione dell’audio.

Pietro Cestari