CHE COSA SONO I PREMI OSCAR?

… E COME NASCONO?

Conferiti dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), gli Oscar - o Academy Awards - sono i premi di maggior prestigio per meriti artistici e tecnici nell’ambito della Settima Arte. Le statuette dorate assegnate ogni anno a Los Angeles sono anche le più anziane tra i riconoscimenti cinematografici internazionali: per darvi un’idea, vi basti sapere che hanno anticipato di tre anni persino la prima edizione dello storico Festival di Venezia.

Siamo a metà degli Anni Venti quando a Hollywood i lavoratori dello spettacolo si stanno organizzando per firmare contratti con i vari studios, ossia le case di produzione cinematografica. È Louis B. Mayer - il noto capo della Metro-Goldwyn-Mayer - a subodorare immediatamente la possibilità che presto anche attori, registi e sceneggiatori facciano lo stesso. Così, per dirimere e pacificare le questioni lavorative al di fuori di un sistema sindacale, nonché promuovere un’immagine positiva di Hollywood agli occhi del pubblico, Mayer coinvolge professionisti appartenenti alle varie filiere dell’industria. Nel 1927 nasce quindi ufficialmente l’AMPAS, il cui primo presidente è “Il Re di Hollywood”, il famosissimo attore del cinema muto Douglas Fairbanks.

Già due anni dopo, il 16 maggio 1929, si svolge la prima cerimonia di premiazione - 12 le categorie in gara - i cui vincitori sono però già stati annunciati tre mesi in anticipo. Dall’anno seguente, però, l’Academy terrà i nomi segreti, salvo fornire alla stampa la lista ufficiale la sera prima dell’evento. Questo sistema rimarrà in uso fino all’edizione del 1940, dopo la quale sarà sostituito dalla soluzione della busta sigillata cui assistiamo tutt’oggi.

 

Negli anni, inoltre, si aggiungeranno alle 12 originali molte altre categorie: al 1934 risalgono Montaggio, Colonna sonora e Canzone; al 1936 Attore e Attrice non protagonista; il ‘39 accoglierà gli Effetti speciali, mentre il ‘41 il Documentario. Sarà poi il ‘49 a vedere i Costumi, il 1982 il Trucco, e infine servirà il 2002 per premiare anche i film di Animazione. Un caso a parte è l’Oscar al Miglior Film Straniero, assegnato per la prima volta nel 1947 al nostrano Sciuscià di Vittorio De Sica, ma reso categoria fissa solo nel 1956. 

La cerimonia di premiazione, nel frattempo, inizia ad essere anche trasmessa in televisione. All’edizione del ‘53, fruibile per i cittadini statunitensi e canadesi, segue la storica tappa del 1966 - i primi Oscar a colori -, che approderanno finalmente tre anni dopo sui piccoli schermi di tutto il mondo. L’evento, ormai seguitissimo, cambia spesso sede, per affermarsi infine nel 2002 al Kodak Theatre di Los Angeles, fatto costruire apposta dall’Academy. Ribattezzato poi Dolby Theatre, questo teatro è tutt’oggi la location che ospita annualmente la cerimonia di premiazione. 

PERCHÉ SI CHIAMANO “OSCAR”? E COME MAI SONO COSÌ PRESTIGIOSI?

Come avete potuto notare, le terminologie “Oscar” e “Academy Awards” sono sinonimi. Mentre è facile comprendere la seconda dicitura, poiché le statuette sono letteralmente i premi (awards, appunto) conferiti dall’Academy, conoscete l’origine della prima nomenclatura? A riguardo esistono diverse teorie; quella più condivisa, però, attribuisce la maternità del nome ‘Oscar’ a Margaret Herrick, bibliotecaria e in seguito direttrice dell’AMPAS. Vedendo per la prima volta la statuetta dorata, nel 1931, Herrick infatti esclamò “Assomiglia a mio zio Oscar!” - lasciando ai divertiti colleghi un nickname che è presto diventato leggenda.


Ancora oggi, nonostante non siano esenti da occasionali inciampi e critiche, gli Academy Awards sono ritenuti i premi cinematografici più importanti a livello internazionale: culmine della stagione festivaliera, la cerimonia è seguita in tutto il mondo (anche nei Paesi, come l’Italia, dove viene trasmessa in piena notte a causa del fuso orario). Le ragioni di questo successo interplanetario vanno però ben oltre la loro anzianità. 

In primis, dobbiamo specificare che il sistema di votazione dei vincitori implica che i candidati delle diverse categorie siano decisi dai loro pari: in parole povere, i registi votano per i migliori registi, gli attori per i loro colleghi interpreti, e così via.

Questo non garantisce solo una competenza settoriale per la giuria, ma rappresenta soprattutto un grande onore per i candidati, frutto appunto della peer recognition, ossia il riconoscimento dei propri pari. Alla vittoria, segue poi una conseguenza invece già evidente e nota: un Oscar può cambiare una carriera. Numerosi artisti ancora poco conosciuti hanno trovato nella statuetta un vero e proprio trampolino di lancio, che li ha messi sulla ‘mappa’ di Hollywood. Basti pensare all’attrice Jennifer Lawrence, protagonista dell’amato franchise di Hunger Games, che nel 2013 - all’età di 21 anni - è stata premiata come Miglior Attrice Protagonista per il film Il lato positivo - Silver Linings Playbook, entrando così nell’olimpo degli interpreti più ricercati e pagati dell’industria. Alle volte, però, gli Oscar condannano anche all’esatto contrario della consacrazione di una carriera: è ciò che è capitato, ad esempio, alle attrici Rita Moreno e Halle Berry, entrambe relativamente “dimenticate” da Hollywood o relegate, a causa delle rispettive vittorie, a proposte di ruoli sempre identici o somiglianti a quelli per cui erano state universalmente applaudite. 

Gli Academy Awards sono inoltre innegabilmente influenzati dalla politica e, ovviamente, dall’economia. Gli interessi degli studios sono in questo senso duplici: avere alcuni dei propri film candidati e/o vincitori garantisce un sostanzioso incremento dei biglietti venduti al botteghino, con il pubblico maggiormente attratto in sala dalla pellicola “vincitrice dell’Oscar al/alla Miglior…”. Internamente all’industria, invece, una casa di produzione vincente attira l’interesse di artisti di grande calibro che potrebbero voler intraprendere una collaborazione lavorativa e artistica.

Ultima, ma non per importanza, è la finestra che la cerimonia apre su categorie e settori generalmente meno celebrati e conosciuti, soprattutto dai non addetti a lavori: il riconoscimento da 24 carati si estende così giustamente anche a costumisti, truccatori, tecnici del suono, e molti altri ‘artigiani’ del cinema.

Insomma, gli Oscar si costituiscono a grandissima e luccicante vetrina. La loro influenza a livello culturale incide e si intreccia con fatti di attualità e di politica - basti citare il caso del movimento MeToo e delle proteste per la parità di genere nel settore, così come quelle contro le discriminazioni razziali, et al. -, anche attraverso le stesse storie e tematiche affrontate all’interno delle pellicole candidate. Ogni edizione presenta, in questo senso, contraddizioni notevoli, tra critiche, ‘scivoloni’ e intrattenimento di qualità. 

Una cosa è certa: gli Oscar nascono come celebrazione dell’arte cinematografica, e continuano ad essere una nottata assolutamente imperdibile per onorare i film e chi li realizza!

Pietro Cestari